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CRISI: RICETTA TREMONTI

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2009-01-09

Tremonti: "I soldi per risolvere la crisi ci sono, occorre però spenderli bene"

9 gennaio 2008

Resta ottimista, ma non si sbilancia in previsioni il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sulla attuale crisi economica: "E' presto per dire cosa ci succederà. Sono convinto, e ho apprezzato le parole di Napolitano, che usciremo migliori rispetto a prima dalla crisi e come Italia ne usciremo meglio: ci sarà un ritorno ai valori, saranno più valorizzati il lavoro, l'industria e il risparmio". Tremonti ha così parlato durante il dibattito a "Neveazzurra", l'appuntamento politico del centro-destra a Roccaraso. Ma sull'anno appena iniziato Tremonti non vuole fare previsioni: "Il 2009 è l'anno che viene dopo il 2008, e io non mi occupo di astrologia".

Per arginare la crisi economica "in Italia abbiamo fatto tutto il possibile, compatibilmente con i nostri conti e con la Ue. Ora il nostro problema è solo spendere i soldi", ha ribadito Tremonti. I fondi "sono già in bilancio, il problema è spenderli velocemente e bene; finora non è stato cosi. L'obiettivo che dobbiamo avere tutti insieme, maggioranza e opposizione, governo, Confindustria, sindacati è fare la spesa pubblica in modo efficace e veloce". Invece ora "le opere pubbliche si bloccano". Ma nel Dl anticrisi "c'è la soluzione: se l'opera ritarda, il commissario assume pieni poteri, e se qualcuno fa ricorso non blocca il cantiere".

Certo, ha aggiunto il ministro, "con Cisl, Uil e Confindustria il dl anticrisi è stato discusso nei dettaglio, con la Cgil è un po' più difficile, ma speriamo nel futuro".

 

Tremonti è convinto che il sistema italiano abbia dei punti di forza rispetto agli altri Paesi europei per il minor indebitamento delle famiglie, per il sistema industriale ("Non è vero che siamo in declino") e per quello bancario. Certo, "abbiamo un grande debito pubblico, ma gli altri hanno un enorme debito privato. E quando sposti il debito privato sul debito pubblico per salvarlo, tutto inizia a tornare. Il dato consolidato italiano è molto migliore di altri Paesi". In ogni caso "noi non vogliamo fare errori sul debito pubblico, sappiamo che non possiamo permetterci di aumentarlo. Le manovre espansive le hanno fatte i nostri padri, e ci hanno lasciato il terzo debito pubblico del mondo. Meglio essere prudenti", ha concluso.

 

 

 

 

 

Decreto anticrisi alla Camera,

Iva per cassa diventa strutturale

di Nicoletta Cottone

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8 gennaio 2009

Dal buono baby sitter alla tassa sui permessi di soggiorno, le richieste degli onorevoli

New slot, il prelievo premia la legalità

L'abc del decreto anti-crisi

Via alla maratona a Montecitorio per l'approvazione del decreto anticrisi. Sono 31 gli emedamenti presentati dai relatori Maurizio Bernardo e Massimo Corsaro alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Non c'è l'annunciata rimodulazione del bonus famiglia, ma per i nuclei più numerosi viene previsto un incremento degli assegni familiari, finanziati dai risparmi rispetto ai 250 milioni previsti per il tetto al 4% per i mutui prima casa a tasso variabile.

L'Iva per cassa, inoltre, diventa strutturale: un emendamento al decreto anticrisi a firma dei relatori cancella infatti la sperimentazione dal 2009 al 2011. L'Iva sarà dunque esigibile al momento dell'incasso qualora quest'ultimo sia successivo al momento dell'emissione della fattura (si ricorda che la misura è subordinata al via libera di Bruxelles). Le società di capitali che hanno ridotto del 3% gli acconti Ires e Irap a novembre non devono più restituire al Fisco gli importi entro il 31 marzo. Modificate le disposizioni sul riallineamento e la rivalutazione dei beni di impresa. Arrivano norme straordinarie per velocizzare lo sfruttamento delle risorse energetiche italiane attualmente inutilizzate. Ci sono 20 milioni in più per il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione. Un altro emendamento introduce libri contabili informatici, prevedendo che "i libri, i repertori, le scritture e la documentazione di cui è obbligatoria la tenuta per disposizione di legge o di regolamento o richiesti dalla natura o dalle dimensioni dell'impresa, possono essere formati e tenuti con strumenti informatici".

Sul delicato punto degli ammortizzatori arriva una norma quadro. "Le modalità di utilizzo delle risorse" destinate alle "diverse tipologie di lavoro", spiega l'emendamento, dovranno essere definite da un decreto interministeriale (Lavoro e Economia), da adottare d'intesa con la Conferenza unificata Stato-Regioni "in coerenza con gli indirizzi assunti in sede Europea". Il Governo, spiega il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero, è ancora in attesa del via libera dell'Unione europea a utilizzare per gli ammortizzatori i fondi europei. Con una riduzione ai fondi di Equitalia arrivano anche garanzie per 20 milioni di euro annui all'organizzazione di grandi eventi sportivi in coincidenza con l'Expo 2015.

Fra gli emendamenti dei relatori non manca un intervento èer scongiurare la serrata del 13 gennaio annunciata da concessionari e gestori delle new slot. Il prelievo diventa a scalare: si riduce via via, con l'aumetare della raccolta operata dal gestore e dichiarata all'Erario. In sostanza si premia la legalità. L'emendamento garantisce anche le somme destinate a sostenere Unire e Coni. Fra gli emendamenti poi, uno, di 4 pagine,. introduce nel testo 80 correzioni formali. Un milione di euro nel 2009 andranno alla Fondazione Bietti di Roma per lo studio e la ricerca in oftalmologia. La richiesta viene fatta "in considerazione del rilievo nazionale e internazionale della sperimentazione sanitaria di elevata specializzazione e nella cura dele patologie nel campo dell'oftalmologia" della fondazione presieduta da Mario Stirpe.

L'ufficio di presidenza ha definito i tempi dei lavori e ha previsto per oggi e venerdì anche sedute notturne. Il testo che uscirà da Montecitorio sarà blindato, visti i tempi stretti per la conversione, e dunque le due Camere procedono di concerto. Il provvedimento dovrebbe essere licenziato sabato 10 gennaio dalle commissioni, per sbarcare il 12 gennaio in aula alla Camera. Poi subito al Senato. I presidenti delle commissioni Bilancio e Finanze di Montecitorio chiederanno ai gruppi a sfoltire ulteriormente il numero delle proposte di modifica passate a 800 emendamenti. Il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero, ha confermato che al momento l'Esecutivo "non presenterà emendamenti".

Intanto questa mattina le opposizioni hanno abbandonato per protesta i lavori della commissione Lavoro della Camera prima del voto sul parere al decreto anticrisi. "Abbiamo abbandonato per protesta i lavori della commissione, insieme all`Udc e all`Idv - spiega il capogruppo del Pd in commissione Lavoro, Cesare Damiano - perché abbiamo voluto in questo modo segnare una discontinuità per chiedere con forza al governo un radicale cambio di marcia nell'organizzazione dei lavori parlamentari. Non si può più pretendere un pronunciamento su decreti "mobili" che vengono successivamente cambiati, in questo caso dalle commissioni Bilancio e Finanze, a causa degli emendamenti presentati soprattutto dallo stesso Governo". L'accordo raggiunto prima delle vacanze natalizie, spiega Damiano, prevedeva un doppio parere (provvisorio e definitivo) "che ci è stato adesso negato per il ritmo parossistico che il governo impone ai lavori, il più delle volte vanificato dai voti di fiducia".

Sulla ventilata ipotesi di porre la fiducia sul provvedimento, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, non si è sbilanciato. "Al momento è prematuro parlarne, ma i tempi sono stretti". La decisione, sottolinea Vito, sarà presa dopo aver visto il numero di emendamenti che i gruppi decideranno di portare al voto.

 

 

 

 

 

Decreto anticrisi. Le richieste, dal buono baby sitter alla tassa sui permessi di soggiorno

di Nicoletta Cottone

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8 gennaio 2009

Un buono baby sitter o una detrazione figli per le mamme lavoratrici. Un balzello più forte sui superalcolici o una tassa sul rilascio dei permessi di soggiorno agli immigrati. Sfogliando le circa 400 pagine di emendamenti al decreto anticrisi presentati dai deputati alle commissioni Bilancio e Finanze di Montecitorio, ci sono una serie di "onorevoli sogni" che non troveranno spazio nel provvedimento. Le pagine dedicate alle modifiche al provvedimento presentate dai deputati si aprono con gli emendamenti all'articolo 1 del decreto proposte da Antonio Borghesi (Idv) che vanno dall'istituzione di un Fondo per l'incremento dell'assegno familiare alla nascita del Fondo per l'incremento delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e da pensione. Nedo Lorenzo Poli (Udc), per ridurre la pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e assimilati, chiede di istituire un Fondo presso il ministero dell'Economia nel quale dovrebbero confluire tutte le risorse derivanti dal contrasto all'evasione fiscale. Andrea Lulli (Pd) chiede un Fondo mutualistico interbancario per ampliare la capacità per le imprese di ottenere finanziamenti.

Roberto Commercio (Movimento per l'autonomia) chiede che la tassa sui superalcolici aumenti del 10 per cento. Massimo Bitonci (Lega Nord), invece, vorrebbe aumentare le imposte sulla produzione e sui consumi, e le relative sanzioni penali e amministrative, sul consumo di birra, prodotti alcolici intermedi e alcool etilico con lo scopo di assicurare un maggior gettito di 100 milioni di euro l'anno. Sempre a firma Bitonci una agevolazione per le donne lavoratrici che hanno lavorato almeno 3 anni, ma non hanno completato i versamenti contributivi minimi: per loro si chiede una maggiorazione del 5% sull'importo della pensione o dell'assegno sociale. Alessia Maria Mosca (Pd), chiede una detrazione per le mamme lavoratrici dipendenti, autonome e subordinate: 400 euro per il primo figlio e 200 dal secondo in poi con redditi fino a 15mila euro, che scende, rispettivamente a 350 e 150 euro se i redditi raggiungono i 40mila euro. In caso di gemelli si moltiplica la detrazione. In caso di incapienza, assegno alla mamma.

Maurizio Fugatti (Lega Nord) vorrebbe istituire una tessera elettronica prepagata chiamata "Carta buono famiglia", con mille euro l'anno da utilizzare per servizi di baby sitting presso i servizi per la prima infanzia. Una carta per i nuclei con almeno 2 figli, di cui almeno uno di età inferiore ai 3 anni. Pier Paolo Baretta (Pd) chiede che il miglioramento dei saldi di finanza pubblica sia utilizzato per una dote fiscale per i figli, sostegno destinato a sostituire gli assegni al nucleo familiare e le detrazioni per i carichi familiari. Paola Binetti (Pd) vorrebbe in via sperimentale nel 2009 un assegno di 500 euro per ogni bimbo nato o adottato per le famiglie a basso reddito. Alberto Fluvi (Pd) chiede l'istituzione di un Fondo rotativo di credito ai giovani per favorire l'accesso al credito di persone con età compresa fra i 18 e i 40 anni. Alessandro Montagnoli (Lega Nord) chiede, ma solo per il 2009, che i Comuni possano riconoscere agli indigenti un ulteriore bonus che, nel limite di 50 milioni di euro, non sarebbe computato ai fini del calcolo del saldo finanziario. Pierluigi Mantini (Pd) vorrebbe un credito d'imposta del 20% per l'acquisto di Pc da parte di professionisti.

Claudio D'Amico (Lega Nord) chiede che dal 2009 sia istituita una tassa di concessione governativa di 500 euro (richiesta poi riformulata in 50 euro) per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno a cittadini stranieri. I fondi così ottenuti sarebbero da utilizzare per il contrasto all'immigrazione clandestina.

Simonetta Rubinato (Pd) propone che per evitare il pignoramento delle prime case sottoposte a procedura esecutiva immobiliare, gli immobili siano ceduti agli Istituti autonomi case popolari che potranno stipulare contratti di affitto a "canone sostenibile" ai mutuatari che occupano gli alloggi, parzialmente computabile per l'estinzione del mutuo. Marco Marsilio (Pdl) chiede dal 2009 che il reddito imponibile annuo derivante da contratti di locazione a canone agevolato sia soggetto all'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi con aliquota del 20 per cento. Moltissimi, poi, gli emendamenti che chiedono l'aumento delle detrazioni per i mutui prima casa. Ma ci sono anche richieste di emendamenti sulla tracciabilità dei principi attivi dei farmaci, sul miglioramento della ristorazione scolastica, fino a misure per il potenziamento della sicurezza stradale. Giovanni Fava (Lega Nord) firma la richiesta di garanzia dello Stato per la candidatura dell'Italia all'organizzazione della Coppa del mondo di rugby per gli anni 2015 e 2019.

 

 

 

 

 

 

 

New slot, il prelievo premia la legalità

di Marco Mobili

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8 gennaio 2009

Scende il prelievo sulle new slot dal 13,4% al 12,6 per cento. Arriva sul filo di lana la norma che potrebbe scongiurare la giornata di protesta delle new slot, in programma per martedì 13 gennaio. La serrata, prima nella storia del comparto dell'intrattenimento legale, è stata indetta dall'Unità di crisi costituita dai concessionari e dai gestori delle new slot all'indomani del doppio aumento del prelievo erariale unico (Preu) dal 12 al 13,4 per cento. E la misura studiata dall'amministrazione finanziaria e portata come emendamento al Dl 185 dai relatori al decreto anti-crisi all'esame delle Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera, presenta un aspetto completamente innovativo e dettato dal principio "paga meno chi paga tutto".

Infatti dal 1° gennaio 2009, il Preu (Prelievo erariale unico) è determinato con un meccanismo a scalare la cui aliquota si riduce via via in funzione dei maggiori incrementi di raccolta delle somme giocate. Così, prendendo in prestito e con un percorso inverso il meccanismo dell'imposizione diretta si creano 5 scaglioni di aliquote di cui la più alta è fissata al 12,6% fino a concorrenza di una raccolta delle new slot pari a quella dell'anno 2008, per ridursi anche fino all'8% (quinto scaglione) se l'incremento dichiarato dai gestori e dai concessionari tocca il 65% della raccolta del 2008.

Come ha avuto modo di sottolineare il sottosegretario all'Economia e alle Finanze, con delega ai giochi, Alberto Giorgetti, l'obiettivo della norma è quello di assicurare comunque maggiori entrate per le casse dell'Erario ma, forse per la prima volta, "applicando un meccanismo di premialità nei confronti dei contribuenti, che in questo caso specifico sono concessionari e gestori delle new slot". Tutto questo, peraltro, con "l'ulteriore e altrettanto fondamentale obiettivo di contrastare il gioco illegale, premiando di fatto chi esce dal sommerso e dall'illegalità".

La speranza, ha concluso Giorgetti, all'ingresso della sala del Mappamondo della Camera commentando la presentazione degli emendamenti al Dl 185, è che la misura sia condivisa dai concessionari e che il blocco della raccolta delle new slot (stimano in una perdita di almeno 10 milioni di euro) come forma di protesta del settore possa essere definitivamente scongiurato.

A garantire la sopravvivenza dell'Unire e del Coni, causa principale del doppio aumento dello 0,7% avvenuto con il Dl giochi prima e con la Finanziaria poi, ci pensa sempre lo stesso emendamento presentato alla Camera. Infatti il comma 4 del nuovo articolo 30-bis da introdurre nel Dl anti-crisi, oltre a modificare le modalità di determinazione delle somme annuali entrate con i giochi da destinare al Coni e all'Unire entro il 31 marzo di ogni anno, stabilisce a chiare lettere che per l'anno 2009 e 2010 la quota spettante è stabili in 450 milioni di euro per il Coni e in 130 milioni in favore dell'Unire.

"È ancora presto per dirci soddisfatti, ma siamo sulla strada giusta". Ottimismo cauto da parte di Gennaro Parlati, direttore generale di Acmi (Associazione Costruttori Macchine da Intrattenimento), alla notizia dell'emendamento al decreto anticrisi che prevede un abbassamento del Preu sulle New Slot per scaglioni progressivi. Lo stop allo sciopero sembra più vicino. Come sembra emergere dalle dichiarazioni di un altro componente dell'Unità di crisi: "Finalmente abbiamo avuto il segnale che la politica ci ascolta". Così Massimo Pucci, presidente dell'associazione di gestori As.tro, commentando con Agipronews a caldo l'emendamento al decreto anti-crisi che rimodula i termini del prelievo fiscale sulla raccolta delle new slot. In sostanza è giunto quel primo segnale che le associazioni in protesta chiedevano per sospendere l'agitazione. Ora l'ultima parola per evitare la serrata del 13 gennaio spetta comunque all'Unità di crisi.

 

 

 

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2009-01-08

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http://www.panorama.it/

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